Come liberarsi dal superfluo e vivere felici è un libro che insegna a lasciare andare il passato e tutto ciò che ci “tira indietro” per creare i presupposti per nuove energie, nuove opportunità e una chiara visione della vita. Te ne voglio parlare in questo articolo e, se me lo chiedi, ti dico che funziona!
L’invito che viene riportato già in copertina “lascia fluire nuove energie eliminando il disordine e le vecchie cose non utilizzate” suggerisce di fare spazio all’esterno per lasciare posto all’interno, perché gettando via quanto c’è di ingombrante, inutile e dannoso ci permette, allo stesso tempo, di attivare quello che l’autore, Brooks Palmer, definisce il potenziale energetico.
Ecco perché possiamo definire questo libro un piccolo manuale di autodifesa nei confronti delle conseguenze negative legate all’accumulo di oggetti inutili e superflui, appunto.
Se mi segui, ti sarai accorto che eliminare le cose vecchie, inutilizzate, non funzionanti per me è un tema ricorrente e di cruciale importanza. E no, non perché io sia una sfrenata consumista o la regina del minimalismo. Semplicemente, come ben spiegato nel libro Come liberarsi del superfluo e vivere felici, credo sia fondamentale comprendere il processo che ci porta a decidere cosa ha senso tenere e cosa ha invece senso eliminare per raggiungere una miglior qualità di vita.
L’ambito sociale in cui viviamo tende ad imporci ciò che dovrebbe essere importante nelle nostre vite spingendoci ad acquistare e accumulare più di quanto avremmo realmente bisogno. In questo modo però lo spazio che ci circonda continua a riempirsi e riempirsi finendo per bloccare anche il nostro cuore, come dice lo stesso autore.
“Liberarsi del superfluo libererà anche il vostro cuore”
Come ho scritto anche qui imparare a fare decluttering è la chiave per ottenere uno spazio e una vita a misura.
Nel libro viene spiegato come le cose non abbiamo un valore in sé. Siamo noi ad attribuire loro un falso valore, a credere che possano renderci felici. Tutti noi cerchiamo di dare un significato alle nostre vite riempendoci di oggetti, ma la sensazione che abbiamo è di non possederne mai abbastanza. Se siamo infelici e compriamo qualche cosa per aiutarci a sentirci meglio, in realtà stiamo acquistando una campagna pubblicitaria utile solo a spendere il nostro denaro. Quando la novità andrà ad esaurirsi ci sentiremo di nuovo tristi e andremo ad acquistare un nuovo oggetto nel tentativo di sentirci meglio.
“Ma la felicità non è un oggetto, è uno stato soggettivo”
Sbarazzandoci di cose che per noi non sono importanti ci aiuterà a vivere in modo più spontaneo e a ritrovare la gioia naturale.
Quando iniziamo a liberarci dagli oggetti inutili, appartenenti al passato, significa che abbiamo accettato il cambiamento e quello che avvertiamo immediatamente è una grande serenità d’animo perché iniziamo a seguire il flusso della vita.
Lo stesso John Lennon, che alla domanda della sua insegnante “cosa vuoi essere da grande” rispose “voglio essere felice”, ci insegna che la felicità è un desiderio che tutti inseguiamo nelle nostre vite sempre di corsa e sempre incasinate.
Proprio per questo gli oggetti non devono ostacolarci, ma essere funzionali. Il loro compito deve essere quello di renderci la vita più facile o più divertente. Se non assolvono a nessuna di queste due funzioni, allora sono superflue e decidere di rimanere aggrappati a degli oggetti superflui significa aumentare il livello di disordine.
Questa è la definizione di disordine: cose che entrano a far parte della nostra vita esteriore per distrarci dalle emozioni interiori che stiamo cercando di evitare. Ecco perché è così rasserenante liberarsi dal superfluo.
“Eliminate le cose non necessarie in modo da potervi finalmente rilassare”
Quello che mi piace del libro Come liberarsi dal superfluo e vivere felici è il messaggio che la serenità d’animo è sacra, l’individuo è sacro, non le cose che possediamo.
Spesso tendiamo ad identificarci con le nostre cose, pensando che ci rappresentino, e a darci delle etichette attribuendoci una definizione professionale o personale. Ma quello che siamo realmente non richiede alcun supporto esterno.
“Siamo un marchio unico, un’identità esclusiva”
Inoltre di questo libro mi piace che alla fine di ogni capitolo vengano proposti degli esercizi per mettere a fuoco la situazione e sperimentare ciò che viene proposto. Nella maggior parte dei casi si tratta di domande che permettono al lettore di scendere del profondo delle sue esigenze e focalizzare difficoltà ed esigenze: hai molti oggetti doppi in casa tua? vuoi davvero queste cose nella tua vita? che cosa hai comprato che non stai usando?
Ancora emerge il tema della consapevolezza. Ovvero se ci rendiamo conto di avere una difficoltà, di voler attuare un cambiamento, se sappiamo cosa ci blocca e cosa invece potrebbe migliorare la situazione, allora possiamo mettere in atto una serie di azioni per ottenere ciò che desideriamo. E chiaramente questa cosa non vale solo per l’organizzazione, giusto?!
Noi siamo persone in continuo cambiamento, il superfluo invece ci tiene ancorati al passato, una sorta di spirale in continua discesa che fa sembrare le cose ancora peggiori di quello che in realtà sono. E non ci si riferisce solo agli oggetti o ai classici vestiti, ma anche alle mail, centinaia di foto (molte brutte) sullo smartphon e ancora ai ricordi superflui, soprattutto se legati a situazioni negative.
L’esempio con i vestiti funziona sempre bene. Se ci pensi i vestiti rappresentano diversi periodi emotivi della nostra vita, conservare molti abiti che non usiamo più significa che il nostro armadio diventerà una fotografia del passato, il classico armadio “pieno di nulla da mettere”.
Liberarsi dal superfluo ci permette di acquisire maggior lucidità di pensiero e una visione globale della nostra vita permettendoci di dare importanza alle cose che contano davvero.
Lo so che eliminare non è semplice e che per questa ragione si tende sempre a rimandare. Il fatto di procrastinare (ne avevo parlato anche qui) è dovuto all’ansia perché siamo preoccupati dal risultato, ma la cosa buffa è che spesso il semplice fatto di rimandare contribuisce a produrre un risultato negativo.
Per cui il mio suggerimento è quello di essere gentile con te stesso durante il processo e di procedere secondo i tuoi ritmi, ma prefissandoti obiettivi chiari e raggiungibili. Ci vuole costanza e pazienza: non puoi (e non devi) eliminare in un giorno ciò che hai accumulato in anni.
Se vuoi iniziare anche tu a fare ordine fuori per ottenere ordine dentro, ti suggerisco di partire dall’armadio.
Lo so che potrebbe sembrare il più difficile perché nell’armadio non ci sono solo vestiti, ma anche un sacco di emozioni. Però, se ci pensi, ci confrontiamo con l’armadio (e il suo casino) ogni giorno. Averlo come alleato sarà il primo passo verso una vita più libera e felice.
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