Per marzo ho pensato di scrivere un post un po’ speciale, e l’occasione me la dà Daniela Faggion (che ringrazio di cuore), giornalista ed esperta dell’organizzare, che ha avuto la bella idea di scrivere un piccolo manuale di soluzioni e suggerimenti divertenti per definire ogni spazio e vivere più serenamente con se stessi e con gli altri.
Organizzare e ordinare non vuol dire tanto trovare una nuova collocazione agli oggetti, quanto nel dare loro il giusto spazio vitale e a noi il privilegio di vivere in uno spazio che influisce positivamente sul nostro umore e sulla nostra vita.
Ad accompagnare i numerosi consigli nel libro – che si intitola “Tutto a posto!”, edito da Morellini – ci sono interviste a vari guru del settore da David Allen, inventore del famoso metodo GTD (Getting Things Done) a Francesco Cirillo, noto per avere ideato La tecnica del pomodoro, a Ryder Carroll ideatore del Bullet Journal. E poi… trovate anche l’intervista che Daniela ha fatto a me: appassionata di organizzazione per natura e Professional Organizer per scelta!
Voglio condividere con voi alcune delle risposte alle domande che mi ha posto Daniela che meglio esprimono il mio modo di pensare all’organizzare, soprattutto l’armadio:
Elena, lo stile si può organizzare?
Si possono organizzare gli elementi che lo compongono, che vanno finalizzati all’immagine di noi che vogliamo dare o, meglio ancora, a quello che di noi vogliamo esprimere. L’armadio, secondo me, è lo specchio dell’anima: contiene i nostri sogni e i nostri obiettivi, perché guardandolo si ha un’idea precisa di dove una persona era, di dov’è e di dove vuole andare. Per questo, quando decidiamo di ragionare sul nostro stile, dobbiamo cercare di rispondere a una domanda precisa: “Come mi vedo da qui a 5 anni?”. In base alla risposta dobbiamo valorizzare le cose che ci aiutano a comunicare noi stessi ed eliminare quelle che appartengono a un’altra epoca o a un’altra visione.
Nei tuoi corsi spieghi le 5 regole d’oro per il guardaroba perfetto: quali sono?
Dico sempre: “Non aspettare, ma S.P.E.R.A.”, acronimo quest’ultimo per:
- Svuota: prima di rimettere a posto dobbiamo vuotare l’armadio e pulirlo. L’igiene è un aspetto da non trascurare.
- Prova: calma e gesso, a meno di non avere in mano i jeans che indossiamo sempre dobbiamo trovare il coraggio di mettere un vestito alla volta e dire:
– mi sta → ok, lo tengo!
– non mi sta → ok, lo elimino!
– mi sta ma non sono sicuro → fascia grigia per una seconda chance
- Elimina: beneficenza, swap party, vendita online… ce n’è per tutti i gusti, ma quello che non ci sta più non deve tornare indietro!
- Ripara: niente più pantaloni appesi senza l’orlo fatto, camicette con i bottoni penzolanti…se non siamo capaci noi, una sarta di fiducia sarà un ottimo investimento
- Archivia: quando il “parco vestiti” è rinnovato, dobbiamo trovare un criterio comodo da mettere in atto e da seguire nel corso del tempo. Si può procedere per occasioni d’uso (ex. abiti da ufficio e abiti per il tempo libero, se l’abbigliamento nei due casi è molto diverso) oppure dividendo in base alla tipologia e a al colore.
Come si ottiene l’effetto “show room” dal proprio armadio?
Il segreto è unire funzionalità e bellezza attraverso gli elementi che compongono il nostro armadio al di là degli indumenti. Tre suggerimenti:
- grucce tutte uguali, dello stesso colore e di buona qualità
- abiti disposti secondo tipologia, colore e lunghezza
- scatole – soprattutto per chi ha la cabina armadio – di buona fattura, omogenee per grandezza e colore e tutte con l’etichetta in merito al contenuto.
5 cose da eliminare immediatamente dall’armadio (chiunque noi siamo)
- calzini e intimo bianchi
- intimo sdrucito, con elastici cedevoli e colori appassiti (fare il decluttering della biancheria intima è piuttosto semplice e dà un sacco di soddisfazione)
- grucce della tintoria che spesso rovinano i vestiti
- abiti sformati: possiamo indossare vestiti comodi senza per forza sembrare dei sacchettoni. E soprattutto per chi trascorre molte ore in casa è bene individuare un abbigliamento decoroso anche fra le mura domestiche.
- Il poncho delle superiori, cioè tutto ciò che “ha già dato” perché appartiene a un’altra epoca
L’errore che “disorganizza” l’armadio
Ce ne sono tanti. In generale io consiglio di togliere le grucce vuote e sistemarle in un contenitore a parte o tutte da un lato dell’appnederia e poi non “appoggiare” le cose a caso ma cercare di essere continuativi per mantenere il lavoro che abbiamo fatto con tanto impegno.
Come si organizzano gli acquisti?
Fondamentale è avere sotto controllo quello che già abbiamo, per non dimenticarlo oppure non sapere dov’è finito. La moda ci tenta costantemente con colori e modelli nuovi e accattivanti, penso semplicemente che non serva possedere tutto e avere sotto controllo quello che abbiamo ci permette di spendere meglio e in modo consapevole.
Anche per questo meglio evitare i saldi se siamo compulsivi negli acquisti. Approfittiamone invece per acquistare ciò che ci manca… ma solo dopo un check nel nostro ordinatissimo armadio!
Come si armonizzano i nuovi arrivi con i capi che abbiamo già?
Quando portiamo a casa un vestito nuovo, trovagli un posto non sarà difficile se il nostro armadio non è stracolmo e organizzato con criterio.
Prima di appenderlo sarà utile provarlo un’ultima volta. Se va bene e siamo convinti:
- togliamo il cartellino
- rinfreschiamolo con almeno un risciacquo
- tagliamo le etichette (dopo aver memorizzato la modalità di lavaggio)
Questo è solo un assaggio di quello che troverete nel libro di Daniela… vi consiglio di leggerlo perchè è ricco di idee utili e bello da leggere, per provare ad essere un pizzico più organizzati, ma soprattutto per ritrovare un po’ più se stessi.
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