Il tempo insieme alla salute sono considerate da tutti le risorse più preziose. Ma purtroppo siamo abituati a darle per scontate o ci rendiamo conto di quando sono preziose solo nel momento in cui siamo più vicini a perderle magari per colpa di un incidente o di una brutta malattia.
Ridefinire il rapporto con il tempo
Ecco perché ho scelto di parlarti di questo libro Come fare per avare più tempo? Time managemant per comuni mortali di Olivier Burkeman scrittore best seller e giornalista del The Guardian.
Da un libro con questo titolo in tutta onestà mi aspettavo decine di metodi e strategie di time management alla portata di tutti. Mi ha sorpreso positivamente parlando di come sia importante riuscire a ridefinire il rapporto con il tempo per liberarci dalla estenuante ossessione del “finisco tutto entro sta sera”.
Un libro non facilissimo perché i riferimenti e gli spunti sono davvero tanti. Non tanto da cogliere, ma per prendersi il tempo e fare qualche, a mio avviso, necessaria considerazione personale.
Liberarci dell’ossessione del dover gestire tutto
In questo libro l’autore ripercorre il pensiero di filosofi, monaci e studiosi che si sono interrogati sul tema del tempo già nei secoli passati per provare a liberarci dall’ossessione del dover gestire tutto. Probabilmente uno dei mali del nostro secolo che ci vuole sempre più produttivi e sul pezzo. Dobbiamo mostrarci impegnati a fare cose quasi vantandoci di non avere un minuto libero o di avere così “tanti casini” da non poter neppure prendersi un giorno di ferie.
Mi viene da ridere (oggi) a pensare che anche io sono stata così. Così ossessionata dal lavoro, dalle scadenze incombenti tanto da sentirmi in difetto se uscivo dall’ufficio all’orario che mi competeva.
Poi un giorno una persona molto più saggia di me mi ha detto che mi stavo riducendo a vivere tra il cartellino di uscita e il cartellino d’ingresso. Qualche cosa dentro di me è scattato e ho iniziato vedere le cose in modo diverso.
Per questa ragione oggi con le persone che mi scelgono per aiutarle con i loro spazi cerco sempre di portare questo punto di vista. Soprattutto in una città come Milano dove la vita diventa ogni giorno più frenetica e il lavoro si mangia fette troppo grosse della nostra giornata.
Come spendere al meglio le nostre giornate?
L’autore nel libro ci porta a fare una fondamentale considerazione, forse poco romantica ma decisamente pratica e oggettiva sulla finitezza umana. La questione è che la durata media della vita umana è scandalosamente breve rispetto all’immensità della vita sulla terra. Anche chi vivrà fino agli 80 anni avrà totalizzato circa 4000 settimane, i più fortunati che arriveranno a 90 anni arriveranno fino a 4700 settimane.
Quindi se passiamo tutto il nostro tempo con l’ansia della casella elettronica da gestire, della pigna di abiti da stirare o le mille mila incombenze che gravitano nei nostri pensieri potremmo finire per dimenticarci del nocciolo della questione ovvero come spendere al meglio le nostre giornate.
Tanto per cominciare va chiarito il fatto che la sfida principale nella gestione del tempo non è fare tutto, che è impossibile, ma scegliere nel modo più saggio che cosa non fare ed essere in pace con quella scelta.
Quindi il problema non è non procrastinare, ma imparare a scegliere più saggiamente come farlo. Così da dare priorità alle cose che noi riteniamo importanti e trascurare serenamente il resto.
Non a caso la mia personale filosofia (dopo aver vissuto fra i cartellini) prevede di mettere in agenda come prima cosa del tempo per le cose che mi piacciono e rendono le mie settimane normalmente spettacolari. Parlo della palestra, delle mattine in cui posso fare colazione con tutta calma, qualche pranzo o incontro virtuale con le persone che stimo, qualche ora per studiare argomenti che mi appassionano, piccole cose che però fanno tutta la differenza del mondo per me.
I risultati non dovrebbero essere tutto
In questa società completamente ossessionata dal risultato e dall’apparire mi è piaciuta questa frase: “La libertà è inseguire le cose frivole e di fare schifo (per esempio quando si inizia a praticare un nuovo sport senza saperne nulla ma solo perché ci appassiona di brutto o magari a fare a maglia per il gusto di cimentarsi in una cosa nuova) senza curarsene è una vera rivelazione. I risultati non dovrebbero essere sempre tutto, ecco perché fare è bello poter fare una passeggiata o una nuotata senza un vero scopo ma semplicemente per il nostro piacere.
Purtroppo il sogno di avere la meglio sul tempo è un’illusione umana, forse quello che possiamo provare a fare è abbracciare i nostri limiti, lasciare andare l’illusione di controllare tutto riconoscendo e provare a rimboccarci le maniche per iniziare a lavorare su tutto ciò che di meraviglioso è possibile.
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